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Lavoro nero, Tullia Bevilacqua (UGL dell’Emilia-Romagna): “Fenomeno grave in regione, servono più controlli”


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Anche in Emilia-Romagna è ormai quotidiano il bollettino dei lavoratori “in nero” scoperti dalle forze dell’ordine e degli ispettori del lavoro a caccia di imprese e attività che nell’economia sommersa muovono profitti che sfuggono al fisco. A lanciare l’allarme è il sindacato Ugl dell’Emilia-Romagna per voce del segretario generale regionale Tullia Bevilacqua. Le prove di una situazione a rischio nelle cronache di questi giorni.

L’ultima operazione , poche settimane, fa nel distretto di Ferrara, dove in quasi una decina di aziende ispezionate sono state rilevati, oltre ai lavoratori completamente non in regola, anche evidenti violazioni in materia di prevenzione e rispetto delle norme poste a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

Anche nelle principali città della regione, per prima l’area metropolitana di Bologna , i controlli dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro e della Direzione Provinciale del Inps portano sistematicamente a sanzioni e denunce nei confronti dei datori di lavoro (spesso stranieri, il problema è sorto soprattutto nella comunità cinese) che utilizzano manodopera irregolare.

“Secondo l’Istat l’economia sommersa si è alimentata in tempi di crisi economica e produce un fatturato che si aggira attorno ai 206,4 miliardi di euro, quasi il 13% del Pil nazionale. Come sindacato denunciamo da anni l’ inadeguatezza della legislazione sul lavoro in materia di lotta al sommerso e lamentiamo da sempre la scarsità di risorse in termini di uomini e mezzi, affidate agli organismi di controllo istituzionali. Non c’è soltanto la piaga del lavoro nero, del caporalato, e dello sfruttamento della manodopera straniera c’è anche una piaga di cui non si parla mai abbastanza: le morti bianche e le insufficienti misure di sicurezza attuate nei luoghi di lavoro”: afferma il segretario generale regionale di Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.

Studi specifici (l’ultimo della Cgia di Mestre) parlano di oltre 3 milioni di lavoratori in nero presenti in Italia per un equivalente di 36,9 miliardi di euro di tasse e contributi sottratti alle casse dello Stato .

Secondo i dati degli Ispettorati del lavoro nazionali, in questa poco invidiabile classifica, l’Emilia-Romagna è la quarta regione in Italia per numero di lavoratori irregolari, si tratta di quasi 8.000 persone in attività soprattutto nei distretti di Bologna, Modena , Reggio Emilia, e in Riviera , Rimini, soprattutto. All’indice il lavoro irregolare soprattutto in edilizia, in agricoltura e nel turismo. “Come sindacato Ugl denunciamo il fenomeno da anni e ribadiamo ancora una volta che è più che mai necessario ed urgente moltiplicare i tavoli di confronto territoriali, gli appuntamenti nelle prefetture e nelle sedi di confronto istituzionale per analizzare nel dettaglio questi dati e avviare una riflessione ed un confronto collettivo per garantire, anche nella nostra regione, il lavoro regolare per tutti. “E’ necessario trovare soluzioni che azzerino il più possibile il “lavoro sommerso”: conclude il segretario Tullia Bevilacqua.