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70 anni di storia del Cus Bologna: presentato il volume che ripercorre in 144 pagine la storia del braccio sportivo dell’Alma Mater


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Lacrime Sudore Scudetti: dopo un primo volume datato ormai 1996 (in occasione del mezzo secolo di vita), il Cus Bologna torna a raccontarsi con un nuovo libro. Un volume che racconta settant’anni di storia ad alto livello. Una storia nella quale, appunto, ci sono stati gli scudetti, i grandi trionfi. Ma per arrivare in alto è servito il sudore di chi, con passione, ha indossato la maglia biancorossa. E talvolta ci sono state le lacrime, perché lo sport, grande palestra di vita, insegna anche la sconfitta. Insegna l’etica del lavoro. Messaggi che, in ambito accademico, per conto dell’Università più antica d’Europa, il Cus ha sempre portato avanti.

L’idea del volume è del consiglio direttivo del Cus Bologna (Margherita Mezzetti, Sandro Bartolomei, Alessandro Lubisco, Mirco Tonioli). L’autorizzazione l’ha data Piero Pagni, presidente da due anni e cussino doc, per aver alzato al cielo tanti trofei. Per aver inseguito la pallina, senza paura di sbucciarsi le ginocchia.

Chiara Boschi e Laura Farolfi hanno curato l’aspetto grafico di un volume, edito da Damiani, che in 144 pagine e 150 foto cerca di condensare la storia di una famiglia allargata. Ci sono gli interventi del primo cittadino Virginio Merola, del magnifico rettore Francesco Ubertini e dei suoi predecessori, Ivano Dionigi e Fabio Roversi Monaco. C’è l’intervento di Giacomo Calzolari, presidente del Comitato per lo Sport Universitario, pure lui cussino doc, avendo iniziato la sua avventura come atleta. Poi Lorenzo Lentini, numero uno del Cusi e Antonio Dima, segretario generale, e infine Piero Pagni, l’attuale presidente cussino. Sono presenti le testimonianze del primo presidente, Bruno Rossi, di uno storico segretario generale, Giorgio Ramenghi, e persino di Gianni Falchi.

C’è spazio per chi ha partecipato a due edizioni dei Giochi Olimpici, Ester Balassini, tuttora primatista di lancio del martello, e per il titolo mondiale conquistato nell’arrampicata da Mauro Calibani. Ci sono gli aneddoti legati alle goliardate degli anni Cinquanta. E le ultime vicende che hanno visto Cus Bologna e Università, Università e Cus Bologna, andare sempre di pari passo. Ci sono le immagini degli ultimi titoli universitari. Difficile, per esempio, dimenticare i successi del basket. Bologna è BasketCity per la presenza di Virtus e Fortitudo, certo. Ma anche il Cus Bologna non scherza: in Italia non c’è un ateneo che vanti lo stesso numero di scudetti e di bronzi a livello europeo.

È un volume che ha cercato di essere il più possibile esaustivo ma che, ovviamente, non potrà accontentare tutti perché, diversamente, sarebbe servita una enciclopedia come la Treccani per dare un volto e una voce a così tanti protagonisti.

Questa volta, poi, c’è anche un fine benefico. Il Cus Bologna ha deciso di vendere (con offerta libera, da un minimo di 10 euro) il volume per devolvere poi tutto il ricavato a favore della Fa.Ne.P., un’altra delle eccellenze di questa città. Devoluto tutto il ricavato perché il Cus Bologna ha potuto contare sulla presenza di sponsor e di amici – Mielizia e Bee Internet – che hanno consentito che si potesse affrontare questa nuova avventura senza eccessive preoccupazioni di copertura dei costi vivi.