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Bevilacqua (Ugl E-R): “Il centro studi di Biagi conferma le peggiori previsioni: boom contratti a termine e acuito il precariato”


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A due anni dalla riforma del Jobs act , gli ultimi dati elaborati dalla Fondazione Adapt, il Centro studi fondato nel 2000 a Modena da Marco Biagi, sgombrano il campo da ogni interpretazione confusa.

Non è stato raggiunto l’obiettivo di incrementare i posti di lavoro a tempo determinato, semmai s’è acuito il problema del lavoro precario e della disoccupazione permanente a cui sono soggetti i giovani.

Un po’ di numeri per dimostrare questa situazione? Nel 2007 erano a termine 13,7 lavoratori su 100, nel 2016 si è toccato il record di 14,4 e il tasso di occupazione giovanile resta 8 punti sotto il livello pre-crisi.

“Questo scenario disarmante si aggiunge al problema sociale che come sindacati abbiamo denunciato in questi anni: la frattura generazionale , complice anche la rigidità della legge Fornero che ha allungato l’età pensionabile, si è allargata e s’è definitivamente consolidata la precarietà del sistema lavorativo che è facilmente dimostrabile da due indicatori: l’abuso dei voucher (150 milioni nel 2016, più che raddoppiati nell’ultimo anno) ed i licenziamenti che con il depotenziamento dell’articolo 18 sono aumentati quasi del 40% nel 2016”: afferma Tullia Bevilacqua, Segretario regionale Ugl dell’Emilia-Romagna.

Sul tappeto il referendum del 28 maggio per l’ abrogazione dei voucher e il sindacato Ugl a livello nazionale ha già confermato la scelta di appoggiare il voto sulla cancellazione dei voucher e la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti come battaglia di civiltà.

“Da mesi si parla di una riforma organica del mercato del lavoro, il governo dovrebbe farsene promotore… ma intanto i problemi restano – aggiunge Tullia Bevilacqua -. In Emilia-Romagna, a saldo di un’occupazione in lieve aumento nel 2016 (del 2,5% rispetto al 2015 ) connotata comunque da un boom dei contratti a termine, il tasso regionale di disoccupazione in un anno scende soltanto di un misero 0,8% rispetto all’anno precedente toccando quota 6,9%. E in almeno due province (Ravenna e Forlì-Cesena) il numero di chi cerca lavoro o ha perso quello che aveva è cresciuto. In tutta Italia sono oltre 500mila nostri concittadini che si sono rimessi in pista a cercare un impiego. C’è poco da festeggiare. Inoltre rimane la necessità di “mettere mano” seriamente alla Riforma Fornero. Le buste arancioni con la previsione di rimanere al lavoro fino ad oltre i 70 anni inviate a milioni di dipendenti pubblici fanno nascere il legittimo dubbio su quanti effettivi posti di lavoro si libereranno in futuro e rendono obbligatorio correggere le leggi che regolano il sistema pensionistico aggiornandolo al modificato quadro economico-sociale”: conclude il Segretario regionale Ugl dell’Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.