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E’ legge l’obbligo della laurea triennale per l’iscrizione al Collegio dei periti industriali


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Alberto-BeviniSarà necessaria una laurea triennale per coloro che vogliono iscriversi all’albo dei periti industriali. Cambiano così le modalità di accesso alla professione per poter continuare a garantire la sicurezza dei cittadini aumentando gli standard di qualità.
Lo ha sancito la nuova legge approvata dal parlamento, che salvaguarda comunque chi già esercitava la professione con il titolo del diploma e adegua la legislazione italiana a quella comunitaria. Un grado superiore di qualificazione e professionalità richiesto direttamente dagli stessi periti industriali che, nel congresso straordinario nazionale del 2014, approvarono la proposta fatta propria nei giorni scorsi dal parlamento.
“Un provvedimento che aspettavamo e che qualifica ulteriormente la nostra professione – spiega Alberto Bevini, presidente del Collegio dei periti industriali di Modena – una garanzia ulteriore per la sicurezza dei cittadini e delle imprese anche di Modena e provincia, visto il ruolo fondamentale svolto dalla nostra categoria per il sistema economico e produttivo del territorio che nella nostra provincia riguarda, in particolare, i distretti della ceramica, il biomedicale, il tessile, l’agro-alimentare, la meccatronica e il packaging”.
Una ulteriore qualifica che sul territorio modenese sarà indirizzata in particolare verso quelle lauree che permettono di operare al meglio nelle specializzazioni richieste dai distretti della provincia, come automazione per ceramica, chimico alimentare per food, meccanico per motor, meccatronica per packaging.
“La nuova legge approvata a fine maggio – dice Carlo Alberto Bertelli, vice presidente del Collegio e responsabile dei rapporti con l’Università – è il presupposto per poter realizzare un percorso terziario professionalizzante, cioè del tipo universitario, ad oggi inesistente: tre anni di università che consentano agli studenti degli istituti tecnici superiori di poter competere sul mercato del lavoro libero professionale attraverso un primo anno prettamente accademico, un secondo di cultura professionale, un terzo anno on the job presso le aziende o studi professionali, inclusivo del praticantato, cosi’ da poter giungere ad una prova di Laurea che faccia anche da esame di stato abilitante alla professione. Il nostro recente ingresso nella commissione prefettizia di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo della provincia confermano i legami profondi col nostro territorio derivati dalla presenza di studi tecnici di periti industriali liberi professionisti con specchiate reputazioni a garanzia per la sicurezza dei cittadini”.
Parallelamente all’approvazione del nuovo provvedimento è stato quindi avviato a livello nazionale un dialogo con la principale rappresentanza del mondo accademico, la Conferenza dei rettori (Crui) e il Consiglio universitario nazionale (Cun), che hanno dichiarato apertamente la massima disponibilità a collaborare per costruire un percorso accademico triennale per la professione tecnica.
La norma prevede anche che i periti in possesso del diploma che già esercitano la professione, non saranno obbligati ad alzare il loro titolo di studio, ma potranno farlo in maniera esclusivamente volontaria avvalendosi, se vorranno, dei diversi accordi già siglati tra il Collegio nazionale e gli atenei. Qualificazione, professionalità, aggiornamento e formazione sono i punti fermi del Collegio dei periti. Elementi che la nuova legge codifica e fissa una volta per tutte.