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Venerdì a Formigine conferenza sugli operatori di pace


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Si intitola “Operatori di Pace in zona di conflitto” la conferenza che si terrà presso il castello di Formigine venerdì 9 aprile alle 21. L’iniziativa, promossa dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e dal Comune di Formigine, in collaborazione con l’Associazione Vagamondi, presenterà “Operazione Colomba”, un Corpo Nonviolento di Pace che, dall’inizio degli anni Novanta dopo un’esperienza nei campi profughi della ex Jugoslavia, ha operato in numerosi contesti d’emergenza.

Sierra Leone (1997), Kossovo e Albania (dal 1998), Timor Est (1999), Chiapas (1998-2002), Cecenia (2000-2001), Repubblica Democratica del Congo (2001), Striscia di Gaza (dal 2002), Nord Uganda (dal 2005).

Parteciperanno alla conferenza, condotta dall’Assessore alle Politiche culturali e giovanili Mario Agati, le volontarie Georgia Dini e Nicoletta Manzini e Benedetto Piacentini (fratello della Piccola Famiglia dell’Annunziata). Focus degli interventi sarà la presenza di Operazione Colomba in Cisgiordania nel villaggio palestinese di At-Tuwani, a sud di Hebron. Il lavoro dei volontari in questo contesto si concentra sulla condivisione e sul sostegno alle famiglie palestinesi in difficoltà, sulla riduzione della violenza tramite l’accompagnamento delle persone e l’interposizione nonviolenta, sul monitoraggio della situazione dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. In Israele, Operazione Colomba è presente a Gerusalemme Ovest, dove i volontari collaborano con diverse associazioni israeliane per i diritti umani e con gruppi pacifisti.

L’Operazione Colomba è un modello significativo ed efficace di corpo civile di pace, un esercito disarmato che interviene nei conflitti armati e sociali acuti.

Croazia, Bosnia Herzegovina, Yugoslavia (1992 – 1997): l’Operazione Colomba, è stata a fianco delle popolazioni e dei rifugiati di ogni gruppo nazionale, hanno lavorato per sostenere i bisogni umanitari della popolazione civile, per promuovere il dialogo fra i belligeranti e le persone divise dalla guerra, lavorando attivamente per la risoluzione pacifica dei conflitti, per riunire famiglie ed amici divisi dai fronti, per proteggere i diritti umani delle popolazioni civili. Siamo stati presenti: a Zara, Karlovac, Sunja, Knin, Plavno, Vukovar, Zagabria in Corazia; Banja Luka, Mostar, Sarajevo in Bosnia Herzegovina; Belgrado, Sabac in Yugoslavia.

Albania (1997): durante la crisi interna e la guerra civile alcuni volontari sono stati presenti sul territorio ed in particolare presso alcuni sacerdoti missionari per sostenerli e dialogare con la popolazione.

Sierra Leone (1997): presenza sviluppata in collaborazione con la Diocesi di Makeni e Mons. Biguzzi per cercare vie di dialogo e di riconciliazione tra le parti coinvolte nella guerra civile. Abbiamo sostenuto attivamente lo sforzo umanitario della diocesi attraverso raccolte di fondi. Manteniamo tuttora i contatti con la diocesi.

Kossovo – Albania – Macedonia (1998 – 1999): dopo alcuni contatti nel 1995 con Padre Lush Giergji, fondatore del Centro Madre Teresa, abbiamo deciso di iniziare una presenza stabile poco dopo il massacro dell’area di Drenica nel Febbraio 1998. Dall’estate 1998 è iniziata la presenza in aree di conflitto ed in particolare nell’area di Suva Reka, villaggio di Recane, per promuovere il dialogo, sostenere gli sfollati, proteggere le popolazioni dalla violenza. L’azione è stata sviluppata in collaborazione con l’UNHCR – ACNUR e con l’OSCE. L’inizio dei bombardamenti NATO ha interrotto la presenza. Nell’Aprile 1999 siamo andati a sostenere un campo profughi in Albania e Macedonia per vivere accanto ai profughi. Dal Giugno siamo rientrati in Kossovo ed abbiamo dato vita a due presenze nell’area di Pec-Peja e Mitrovica, in quelle zone dove erano ancora presenti minoranze etniche.

Timor Est – Indonesia (1999): dopo le violenze perpetrate dai gruppi miliziani filoindonesiani e dall’esercito federale nei confronti della popolazione dell’isola di Timor Est che in Agosto, sotto l’egida dell’ONU, attraverso un referendum si era largamente espressa a favore dell’indipendenza, abbiamo svolto un viaggio esplorativo nell’isola di Timor dove abbiamo avuto la possibilità di conoscere in maniera più diretta la situazione, cercando soluzioni insieme alle centinaia di persone costrette a scappare nella parte Ovest dell’isola e appoggiando economicamente il lavoro svolto dalle suore Salesiane presenti a Dili da anni.

Chiapas – Messico (1998 – 2002): dopo il massacro di Acteal ad opera dei gruppi paramilitari filogovernativi, è iniziata una presenza in collaborazione con la Diocesi di San Cristobal ed il suo Vescovo (Emerito) Mons. Samuel Ruiz Garcia. I volontari della Operazione Colomba hanno vissuto nei villaggi indigeni dove si sono impegnati nella costruzione di un cammino di riconciliazione, promozione del dialogo, tutela dei diritti degli indigeni e protezione dalle violenze dei paramilitari e dell’esercito.

Cecenia – Russia (2000 – 2001): di fronte alla più completa indifferenza della comunità internazionale il conflitto in Cecenia continua a mietere centinaia di vittime sia tra i militari (russi e ribelli ceceni) che tra la popolazione civile. Nonostante le notevoli difficoltà burocratiche e i rischi siamo riusciti ad andare in Ingusetia, repubblica confinante con la Cecenia, dove si è riversata la maggior parte dei profughi (180 mila), entrando nei campi e negli accampamenti. Siamo entrati anche direttamente in Cecenia (Grozny e campi profughi limitrofi) per verificare le disperate condizioni di vita dei sopravvissuti : le persone sono abbandonate alla mercé della violenza senza nessun tipo di assistenza alimentare e igienico – sanitaria. A causa della situazione di rischio eccessivo per degli occidentali, al momento non siamo presenti sul territorio .

Repubblica Democratica del Congo – Africa (2001): in ventidue mesi, la guerra nel Congo ha contato 1.700.000 vittime, soprattutto fra i civili. Tutto nel disinteresse generale come se il fatto non esistesse. La popolazione congolese lotta con forza dal 1990 per la libertà, la democrazia e la dignità umana nella nostra bella regione dei Grandi Laghi. La “Société Civile” ha giocato e tuttora gioca un ruolo importante in questo processo.

Dopo l’esperienza della marcia per la pace “Anch’io a Bukavu” che ha portato più di 200 “bianchi “ a Butembo nel cuore del conflitto, abbiamo realizzato una presenza nella città di Bukavu, in accordo con la Société Civile, un’associazione che raggruppa le rappresentanze della “Società Civile” della città, come osservatori internazionali, vivendo insieme alla popolazione, condividendone la situazione di povertà e le tensioni della guerra.

Palestina – Striscia di Gaza (2002 – 2003): Nel maggio 2002 abbiamo cominciato una presenza stabile nel sud della striscia di Gaza, nei pressi di Kan Younis, in un territorio di scontro aperto tra esercito israeliano, che in quella zona difendeva i coloni insediatisi in territorio palestinese ed irregolari palestinesi. A fianco della popolazione civile abbiamo tentato, con una presenza di monitoraggio internazionale, di attenuare il clima di forte violenza, denunciare gli attacchi contro i civili e sostenere le famiglie più povere a causa del conflitto.

Nord Uganda (2005 – 2008): Nel novembre 2004 e nel maggio 2005 Operazione Colomba ha compiuto due missioni esplorative durante le quali sono stati presi i primi contatti. Dopo tanti incontri con le ONG locali e internazionali, le agenzie delle Nazioni Unite, i missionari comboniani, l’Arcivescovo di Gulu, mons. Odama, finalmente un padre missionario comboniano, padre Carlos Rodriguez Soto, molto coinvolto nella promozione del dialogo e della pace in loco, ci ha dato disponibilità per lavorare nel territorio della sua parrocchia, a Minakulu.

Georgia (2008 – 2009): La Comunità Papa Giovanni XXIII di cui l’Operazione Colomba è un’emanazione, è in Georgia già da un anno, precisamente a Batumi. Attraverso il lavoro di 4 volontari, cerca di creare una presenza, una casa famiglia per vivere l’aspetto sociale delle problematiche della Georgia. Operazione Colomba è un corpo civile di pace che ha tra i suoi obiettivi la condivisione della vita a fianco delle vittime dei conflitti e quindi dopo il conflitto di agosto stiamo cercando di organizzare la nostra presenza nelle zone colpite. Infine Operazione Colomba ha avuto un’attenzione nei confronti del Caucaso fin dal 2001 quando si è interessata alle conseguenze del conflitto ceceno.