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Assemblee di bilancio: incontro con il quartiere Fiorano centro


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bilancio_partecipatoSi è svolta ieri sera, mercoledì 18 novembre, nella sala consiliare di Via Santa Caterina, il primo incontro dell’amministrazione comunale con i cittadini sul bilancio e sulle linee di indirizzo per i prossimi anni. Ogni anno i partecipanti agli incontri aumentano e aumentano le presenze dei Fioranesi di origine straniera, a dimostrare la loro volontà di inserimento.

Essendo il primo icnontro con i quartieri della nuova legislatura, il sindaco Claudio Pistoni ha presentato la Giunta Comunale, presente al gran completo, e ha quindi affrontato il nodo cruciale: la crisi e le sue prospettive.

“Il 2010 sarà l’anno più difficile e non sappiamo se con le nostre sole forze saremo in grado di sostenerne il peso fino in fondo”. Rispetto ai primi mesi della crisi c’è un sostanziale cambiamento di prospettiva. All’inizio, come nel caso Iris e poi Emilceramica e Nuova Fima, si è cercato di bypassare la crisi verso periodi migliori, utilizzando gli ammortizzatori sociali: cassa integrazione ordinaria e speciale, contratti di solidarietà, intervento della regione con la cassa integrazione in deroga per le imprese con meno di 15 dipendenti,

Oggi assistiamo a un cambio di passo, come vediamo nel caso Marazzi: le aziende si ristrutturano per rendere sostenibili i nuovi livelli di fatturato che, rispetto agli anni precedenti, segnano da un –30 a un –70. Ciò significa anche ridurre il personale. E’ probabilmente vero che il fondo della crisi è stato toccato, ma i tempi per vedere la ripresa sono lunghi e il 2010 sarà durissimo. Si pone cioè un tema socio-occupazionale per i prossimi anni.

“Come amministrazione comunale – ha spiegato Pistoni – nel 2009 noi abbiamo adattato la nostra organizzazione alla crisi, mantenendo gli stessi servizi e nel contempo cercando di andare incontro alle famiglie con interventi di sostegno. Non basta più. Noi abbiamo bisogno di riorganizzare il comune e rivedere i servizi in una logica nuova, che confermi le priorità educative e sociali perché la crisi sta colpendo anche le entrate”. Gli oneri di urbanizzazione, destinati una parte alle manutenzioni e una parte alla spesa corrente, sono calati di 1,5 milioni in un biennio; contestualmente c’è bisogno di reperire risorse per sostenere il sociale. “Stiamo cercando di riorganizzarci con un ‘corpo più piccolo’, ma completo, senza amputare dei pezzi”. Priorità ai servizi sociali, ma anche la conferma di importanti iniziative della comunità, come ad esempio il Maggio e San Rocco, seppure in un’ottica di risparmio e di sostenibilità di bilancio.

Dobbiamo proteggere la nostra potenzialità di intervenire sul sociale: abbiamo almeno 30, forse 40 famiglie che non riescono a pagare l’affitto, 70/80 che non riescono più a pagare le bollette; abbiamo scoperto due casi di persone che dormivano in automobile.

Sul fronte degli investimenti l’amministrazione comunale si impegna a confermare il livello degli investimenti per il 2010-2011, perché rappresentano una opportunità di lavoro per le imprese del territorio e perché sono necessari per non ridurre ulteriormente le manutenzioni. Le risorse verranno reperite attraverso tre dismissioni: gli ambienti di Via Nilo, la Casa del Cappellano, Piazza de’ Gasperi e attraverso un’apertura di credito di 2 milioni di euro da parte della Fiorano Gestioni Patrimoniali. Serviranno tra l’altro per completare l’intervento del Santuario, intervenire in Via Ruvinello, proseguire la costruzione della nuova Biblioteca, effettuare le manutenzioni.

Fiorano avrebbe anche risorse che, a causa dei vincoli imposti a livello nazionale dal patto di stabilità, non possono essere spesi in investimenti, per un valore di 800.000 euro. E’ stato calcolato che i fondi bloccati in provincia di Modena superano i 100 milioni di euro che potrebbero velocemente trasformarsi in lavoro per le imprese del territorio.

Fra le risposte che l’amministrazione comunale vuole mettere in campo ci sono i “Volontari civili”, un progetto attualmente in fase di definizione.

Qual è l’obiettivo che ci poniamo? Dare a 40/50 famiglie senza alcun reddito circa 400 euro al mese e sostenere gli studi di quei giovani che, per condizioni economiche, potrebbero essere costretti a lasciare la scuola.

Dobbiamo prepararci a un futuro che ci cambierà nei consumi e culturalmente. Ci saranno persone che risentiranno poco della crisi perché conservano la loro occupazione; altre che dovranno abbassare il loro tenore di vita e una parte che si troverà in grandissime difficoltà.

Un aspetto positivo è che il calo demografico registrato negli anni novanta, si sposta oggi nel mondo del lavoro (cinquantamila persone in meno in provincia). In una situazione normale ciò avrebbe provocato nuovi flussi migratori; nell’attuale congiuntura potrà alleggerire il problema della disoccupazione, così come una serie di servizi alla persona fino ad oggi esclusivo appannaggio di stranieri, vengono invece accettati come soluzione da una fascia più larga più persone.

Ma questo non basterà. “Io credo – spiega il sindaco – che anche con il 30% di produzione persa nei nostri comuni, il distretto ha le potenzialità per continuare un percorso di sviluppo, ma soltanto se saremo capaci di governare il cambiamento e di trovare nuovi modi di fare impresa. L’Italia non ha una politica industriale e il governo non è stato fino ad oggi capace di indicare le scelte strategiche delle quali ha bisogno il sistema paese. E’ perciò a livello territoriale che dobbiamo trovare le risposte adeguate, coinvolgendo regione, provincia, comuni, sistema delle imprese, organizzazioni del lavoro. Negli scorsi anni ci siamo impegnati a individuare gli strumenti in grado di produrre innovazione, ricerca per uno sviluppo di qualità e di eccellenza, individuando il Tecnopolo, Democenter, l’Università, Cerform e ci siamo impegnati a mettere in campo una governance territoriale in grado di comprendere tutti i protagonisti”.

“La crisi deve spingerci verso la loro concreta realizzazione, non a frenarla. Resta comunque da decidere dove vogliamo andare per indirizzare e sfruttare al meglio le risorse, per mettere le imprese e il sistema economico nella condizione di investire in settori che abbiano prospettive di successo, per dare obiettivi chiari al sistema di supporto all’economia locale che andiamo creando”.

Ci sono due direzioni che possono aprire delle prospettive; una riguarda la capacità di sfruttare settori della filiera ceramica, in particolare nei servizi e nel terziario avanzato. Un esempio per intenderci: il settore della posa, con la possibilità di vendere la ceramica compresa della messa in opera.

Una seconda direzione, meno immediata ma più importante nel lungo periodo, è la scelta di aprire nuovi orizzonti di investimento agli imprenditori, chiamare nuove imprese, favorire l’imprenditoria dei giovani. “Io penso che sia possibile realizzare un incubatore di idee e di imprese in grado di elaborare nuovi prodotti, che possano diventare business e lavoro, partendo dalla selezione di idee, progetti, materiali e processi innovativi. L’incubatore di idee e di imprese è sinergico e non alternativo ai progetti per l’innovazione e la ricerca e al sistema del trasferimento tecnologico, completando un sistema innovativo di supporto alla rete economica del territorio”.

Potrebbe costituire una importante opportunità affiancare le micro e piccole imprese per aiutarle nella fase di analisi della propria impresa e delle prospettive di sviluppo perché i nostri imprenditori sono bravissimi nel “fare”, ma oggi questo non è più sufficiente. Devono essere incentivate le aggregazioni fra imprese, sviluppate la conoscenza delle tendenze del mercato, degli scenari futuri e dell’evoluzione dei materiali, con una particolare attenzione alla green economy.

“A Fiorano stiamo studiando la possibilità di strutturare sistemi incentivanti per favorire l’insediamento di nuove imprese provenienti da altri territori e la nascita di imprese fra i giovani, sia nel settore dell’industria, che dell’artigianato, del commercio e dell’agricoltura”.