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Truffatore informatico nel modenese: i dettagli


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Rubava le identità e i codici delle carte di credito di persone di tutto il mondo, poi si dava a spese on line, da cui però traeva un profitto rivendendo la merce acquistata che si era fatto spedire a Vignola, dove abita. La polizia postale di Bologna, in collaborazione con i colleghi modenesi, ha arrestato il presunto truffatore informatico, incastrato grazie anche ad ‘appostamenti elettronici’.

L’uomo è accusato di utilizzo indebito di carta di credito, falso e truffa aggravata nell’ambito di un’indagine coordinata dal pm modenese Pasquale Mazzei. I poliziotti, infatti, messi in allerta circa un mese e mezzo fa da un bolognese, amministratore delegato di una società francese che vende on line materiale ad alta tecnologia, hanno cominciato a controllare l’attività di alcune mailbox sospette. Il dirigente infatti non aveva segnalato alcun reato, ma una semplice stranezza: acquisti ripetuti, collegabili ad una casella di posta di Vignola, ma pagati con carte di credito di tutto il mondo, anche giapponesi. Per quanto gli acquisti fossero sempre stati regolarmente pagati, e i servizi interbancari avessero sempre confermato la solvibilità delle carte, il funzionario si è insospettito e, per scrupolo, ha avvisato la polizia. A quel punto è partita una doppia indagine: da un lato, sul versante informatico, si è cercato di capire come fossero stati inviati gli ordini ed è iniziato l’esame degli ordini inviati negli ultimi mesi alla società francese; poi, con appostamenti on line, i poliziotti hanno iniziato un’attività di osservazione della mailbox sospetta. La polizia ha così scoperto che il presunto truffatore di 33 anni, incensurato perito tecnico di Vignola, riusciva a rubare le identità di altre persone e i loro codici di carta di credito. Non solo: produceva on line anche documenti fasulli. Per il ritiro dei pacchi, infatti, la società di vendita chiedeva di avere la prova che chi ritirava l’involucro fosse la persona che l’aveva ordinato. Così l’uomo realizzava graficamente dei documenti con le generalità di altre persone ma con la sua foto. L’ultimo ordine però è stato fatale al modenese: la polizia si è appostata in uno degli uffici dove aveva chiesto che gli fosse recapitato il pacco ordinato in rete.

Nella perquisizione della casa dell’uomo, che vive con i genitori a Vignola pure essendo originario di Ferrara, è stato recuperato materiale ad alta tecnologia per un valore complessivo di oltre 20.000 euro. Per i poliziotti, in almeno dieci mesi di attività l’uomo ha ‘rubato’ almeno un centinaio di identità. Ora la polizia dovrà accertare se S.R. abbia rubato i dati personali delle sue ignare vittime introducendosi come hacker nelle diverse banche dati, oppure se abbia potuto contare sulla complicità di qualcuno che glieli ha forniti dietro pagamento.